Esordio in Promozione per l’AE “talent” Ennio Nasca
Non poteva mancare, in una stagione scoppiettante come quella ormai agli sgoccioli, l’esordio in Promozione per un altro associato della Sezione di Catania: ci riferiamo, ovviamente, al nostro “Talent”, l’A.E. Ennio Nasca. Il giovane collega, appena ventenne, alla sua prima stagione in Prima Categoria e dopo aver impressionato favorevolmente al raduno di inizio campionato, si è così confrontato e affacciato a una nuova realtà calcistica, aggiungendo un nuovo e importante tassello al proprio bagaglio di esperienza da Arbitro. Ennio ha lavorato duramente nel corso di tutta la stagione e, con la determinazione e al contempo con l’umiltà che lo contraddistinguono, si è fatto trovare pronto e, nella sua diciannovesima gara della stagione sportiva 2015/2016, è stato protagonista di una valida e soddisfacente prestazione – all’altezza delle aspettative – scendendo in campo il 13 marzo scorso a dirigere la gara A.s.d. Canicattì – Pol. Palma. A collaborarlo gli A.A. Luca Agnello e Giombattista Giombarresi della Sezione di Ragusa. Un traguardo voluto, sperato e cercato, che il collega ha senza ombra di dubbio meritato, facendo dell’ottima preparazione atletica e della sua personalità in campo punti di forza determinanti nella propria attività arbitrale. Messosi in mostra in più di un’occasione, il collega Nasca è una preziosa risorsa per il futuro della nostra Sezione. Non è mancato a Ennio, seguito dal mentor Giovanni Vetri, saper dimostrare il proprio valore in campo con impegno e dedizione. Serietà e professionalità sono sue caratteristiche, dentro e fuori dal campo. Si guadagna così quest’esordio, regalando una grande soddisfazione alla Sezione e a tutti noi colleghi e amici che condividiamo con lui la vita arbitrale. Possiamo semplicemente dirci soddisfatti e sinceramente lieti per il raggiungimento di questo primo piccolo-grande traguardo. Lo abbiamo quindi incontrato presso i locali sezionali per una piacevole chiacchierata in proposito, che riportiamo.
– Qual è il tuo rapporto con l’arbitraggio? Come ha avuto inizio la tua avventura?
Mi sono affacciato all’arbitraggio cinque anni fa. Durante un’estate mi trovavo a mare a Ispica con amici e, giocando a calcio in spiaggia, mi sono reso conto che nessuno di noi conosceva il regolamento. Decisi quindi di iscrivermi al corso arbitri, spinto non tanto dal desiderio di arbitrare quanto dalla voglia di colmare questa lacuna. Solo dopo le prime tre partite nei campionati del settore giovanile provinciale è scattata la vera scintilla e ho deciso di continuare. E così, dopo le prime batoste, sono iniziate ad arrivare anche le prima soddisfazioni. Le difficoltà delle prime volte, legate al fatto che hai il regolamento in testa ma non sai come applicarlo materialmente, sono state superate grazie a tutor e osservatori. Ricordo anche qualche partita più “movimentata”: a Linguaglossa ho fischiato un rigore al 94’ (poi sbagliato) a favore della squadra ospite – che avrebbe potuto pareggiare – e al quale seguì l’invasione di campo da parte dei dirigenti (squalificati) in tribuna, intenzionati a “complimentarsi” con l’arbitro. Settimana scorsa, in occasione del Torneo Etna Sud, ho avuto il piacere di arbitrare una splendida gara di Allievi tra Zenit San Pietroburgo e Palermo: due belle compagini che hanno dimostrato un livello tecnico non indifferente. La scorsa estate, invece, neo-immesso al C.R.A. e inquadrato in Prima Categoria, è stato davvero esaltante partecipare al raduno, confrontarsi con la realtà regionale e conoscere colleghi delle altre Sezioni.
– Esperienza che ti è valsa, tra l’altro, la selezione per il progetto Talent e Mentor, a riscatto di qualche disavventura…
Tre anni fa ho rimediato una lesione del crociato che, tra operazione e riabilitazione, mi ha tenuto fermo una stagione. Quella successiva ho ripreso gradualmente, con la terza e la seconda categoria. Infine, al termine della scorsa stagione, sono stato proposto in Prima Categoria. E al raduno, grazie a un buon risultato ai quiz tecnici e ai test atletici, sono stato selezionato, insieme ad altri sette colleghi delle Sezioni siciliane, per il progetto Talent e Mentor. A prova del fatto che la preparazione atletica di Agostino dà sempre i suoi frutti! Per me è stata una splendida sorpresa, perché sinceramente non mi aspettavo di essere selezionato e, quando ho ricevuto la telefonata del mentor Giovanni Vetri, credevo si trattasse di un errore. E’ stata un’esperienza bellissima, che mi ha davvero aiutato e dato davvero tantissimo. Credo di essere migliorato molto nel corso di questa stagione, soprattutto grazie al mentor che mi ha seguito. E’ mia premura tenerlo continuamente aggiornato e gli riferisco, di partita in partita, come ho preparato la gara: dalle informazioni su squadre, clima e ambiente ricevute dai colleghi a tutto ciò che leggo dai comunicati. Lo scorso autunno, inoltre, abbiamo fatto tappa a Coverciano per due giorni: appena arrivati nello spiazzale, ad accoglierci abbiamo trovato gli arbitri di Serie A e internazionali. Si fermavano tranquillamente a parlare con noi e ci imponevano di dar loro del tu. Ho avuto la fortuna di scambiare quattro chiacchiere con Orsato, persona di un’umanità incredibile che faceva di tutto per mettere l’interlocutore al suo stesso livello. Ho avuto modo di incontrarlo nuovamente qualche tempo dopo ad Agrigento e mi sono reso conto che quell’impressione non era errata. Inoltre, al raduno, abbiamo avuto modo di fare gli innovativi video-quiz nei quali, come quando siamo in campo, si valuta un episodio e l’arbitro è chiamato a prendere una decisione. Ascoltare direttamente da Nicola Rizzoli come lui si approccia alla gara, sia dal punto di vista della preparazione sia sotto il profilo mentale, è stato davvero emozionante. Preparazione, schematica e metodica, esattamente agli antipodi rispetto a quella di Elenito Di Liberatore. E, a giudicare dai risultati di questi grandi arbitri, entrambi i metodi funzionano più che bene…
– E a culmine di questa esaltante stagione ricca di soddisfazione, si è presentato puntuale l’esordio in Promozione!
Ho ricevuto di martedì, a tarda sera, la designazione ed ero semplicemente felicissimo. Ho subito trovato doveroso condividere la notizia con il mentor: questi si è congratulato ma mi ha subito riportato con i piedi per terra, dicendomi che non si trattava di una gara facile per un esordio quindi “testa bassa e a lavoro!”. Il giorno seguente ho subito sentito i due assistenti, che mi hanno fatto un’ottima impressione: si trattava di due ragazzi della Sezione di Ragusa. Ci siamo organizzati per vederci con ampio anticipo rispetto all’orario previsto per la gara, in modo da stare quanto più possibile insieme e fare squadra. La collaborazione, del resto, scaturisce da come si riesce a creare un legame. Incontratici a Caltanissetta, arriviamo in uno stadio con una decina di sparuti spettatori e veniamo accolti dalla dirigenza di casa che ci mostra il nostro spogliatoio. Si trattava di un derby agrigentino e, poco dopo, iniziamo a sentire i primi botti. Fare il riscaldamento insieme agli assistenti già suona come una novità. Come arbitro ti senti sollevato, sei consapevole di non essere più da solo e di poter contare sulla collaborazione e sull’aiuto dei colleghi. D’altro canto sei molto più responsabilizzato, perché, oltre a influenzare l’esito di una gara, puoi influenzare anche l’esito della prestazione dei tuoi assistenti. Al momento dell’ingresso in campo, la tribuna, prima quasi deserta, era popolata da circa quattrocento spettatori. La partita di per sé è andata abbastanza bene e il mentor è rimasto colpito, e anche abbastanza sorpreso, che io sia riuscito con naturalezza nello spostamento e nella collaborazione con gli assistenti. Ci sono sicuramente degli aspetti da migliorare col tempo e con l’esperienza, ma mi ha fatto piacere aver impressionato positivamente il mentor. E lo scorso weekend ho fatto la mia seconda partita nella categoria, coadiuvato dagli A.A. Ignazio Milici e Giuseppe Calarese, entrambi della Sezione di Messina.
– Raccontaci un po’ come si è svolta la partita
La partita molto combattuta sin dai minuti iniziali. Entrambe le squadre, per ragioni diverse, erano a caccia di punti. Il pubblico spingeva la squadra di casa, che è passata in vantaggio nel primo tempo con un rigore: sugli sviluppi di un traversone, un difensore abbraccia un avversario in modo piuttosto solare e io prontamente fischio il rigore, seguito da qualche contestazione di rito. Gli ospiti, dopo qualche minuto, riportano il risultato in parità con un gran tiro da trenta metri che s’insacca all’angolino. Un eurogol che ha sorpreso tutti. L’attaccante, però, è andato ad esultare sotto la tribuna che, contando principalmente tifosi del Canicattì, non ha gradito particolarmente. Una bella sensazione assistere, da arbitro, a uno spettacolo con tanto tifo. In quel caso, però, la collaborazione con l’assistente non è stata ottimale, in quanto io ero intento a guardare portiere e difensori e non ho tenuto sotto controllo alla perfezione il frangente dell’esultanza. La gara nel complesso ci ha consentito di gestirla bene, senza la necessità di adottare provvedimenti particolarmente severi.
– Quali sono i prossimi obiettivi che ti poni?
A inizio stagione mi ero posto come obiettivo riuscire a fare l’esordio in Promozione. Per quest’anno sono riuscito a raggiungere il traguardo. Preferisco procedere a piccoli passi. Adesso non so se riuscirò a fare la terza gara con gli assistenti. Spero di riuscire a confermarmi in Promozione anche la prossima stagione, ad essere inquadrato nella categoria. Sicuramente è una base su cui voglio costruire. E poi vedere di riuscire, magari, a fare qualcosina di più…
– Come vedi personalmente il ruolo dell’arbitro?
Come ha ben detto Alfredo Trentalange, nostro ospite anche qui a Catania, il ruolo dell’arbitro è determinante, non solo in campo ma anche al di fuori. Il Responsabile del Settore Tecnico ha infatti parlato della figura dell’arbitro come portatore di pace, cosa di cui la realtà contemporanea e tutti noi abbiamo oggigiorno davvero bisogno. A seguito degli ultimi accadimenti in Europa le sue parole mi sono tornate in mente. Fare osservare le regole non è facile. E il fatto che Trentalange, ancor prima di parlare di tecnica, abbia affrontato una simile questione mi ha colpito molto. L’arbitro, in un certo senso, si mette a servizio di quei giocatori che vogliono dare il massimo, così come noi ci alleniamo in settimana per raggiungere i nostri obiettivi. Nella vita di tutti i giorni impariamo a confrontarci con persone che non conosciamo: se siamo già in grado di farlo in campo, dove c’è il massimo agonismo, riuscire a farlo anche al di fuori del contesto calcistico risulta anche più facile. Sicuramente l’attività arbitrale dà delle skills, delle abilità spendibili nella vita di tutti i giorni.
– Chi ti senti di ringraziare per l’esperienza arbitrale fin qui vissuta?
Un posto speciale è sicuramente riservato al mentor Giovanni Vetri, un “Grazie” davvero davvero sentito. Ovviamente non posso che ringraziare il C.R.A. Sicilia e il Presidente Cirino Longo. Ovviamente non può mancare un pensiero ad Agostino Spadaro e a tutti i ragazzi che con me si allenano al campo, che mi spronano ad allenarmi, a far meglio e che mi forniscono ogni settimana molti spunti su cui riflettere.
La Sezione e gli amici/colleghi credono nelle potenzialità e nelle qualità di Ennio, che sicuramente darà e condividerà con tutti noi numerose altre soddisfazioni e successi nella sua vita da Arbitro, dentro e fuori dal campo!