Esordio in Eccellenza per l’arbitro Marco Testaì
A termine di un’annata travagliata, caratterizzata da infortuni muscolari e qualche ricaduta nei momenti topici della stagione, lo scorso 26 aprile, a Belpasso, il nostro associato Marco Testaì ha esordito nella massima categoria regionale coadiuvato dagli assistenti Marco Lauretta e Antony Lisa di Ragusa.
Questo esordio molto atteso è stato accolto sia da Marco che da tutta la Sezione di Catania con molta soddisfazione e gioia reciproca.
Attraverso una breve intervista cercheremo di ripercorrere le tappe che hanno portato a questo atteso esordio, partendo proprio dall’inizio con la scelta da parte di Marco di abbandonare il calcio giocato per intraprendere appunto la carriera di Arbitro.
Marco perché hai deciso di fare l’arbitro?
Ho deciso di fare l’arbitro al termine delle giovanili. Ho vinto nel 2009 il campionato allievi però, per quanto potesse e possa piacermi il calcio giocato, sono sempre stato un individualista quindi quando mio nonno me lo propose accettai, iscrivendomi al corso arbitri; sia per mettermi in gioco individualmente e sia per farlo felice.
Quando hai fatto il corso arbitri?
Feci il corso arbitri a 17 anni. I primi 2 anni impiegati nelle giovanili, juniores e 3a e 2a categoria, per poi essere proposto al CRA 4 anni fa. L’anno scorso l’esordio in promozione, quest’anno quello in eccellenza.
Quale è stato il momento più “più bello” e il momento “più brutto” della tua carriera arbitrale?
Faccio fatica a scegliere quale sia il momento più bello della mia carriera arbitrale. Indubbiamente aver partecipato al progetto UEFA talent & mentor è stata un’esperienza unica, specialmente per essermi rapportato con il top dei giovani arbitri italiani dei rispettivi CRA e soprattutto per aver dialogato e appreso da persone come Alfredo Trentalange e Rizzoli. Tuttavia anche l’esordio nella massima serie regionale ha un suo perché, specialmente per come è arrivato.
Il momento più brutto l’ho trascorso al termine della stagione che mi avrebbe poi consentito di approdare al CRA: dei gravi problemi di salute mi hanno obbligato ad astenermi dall’attività fisica per 5 mesi, compromettendo la stagione successiva, durante la quale ho patito gli strascichi, dovendo rinunciare a competere per il premio UEFA (che poi avrei vinto l’anno successivo).
Sapere di essere in grado di dare di più, ma di non poterlo fare per qualcosa che non dipende da te, ti butta giù moralmente. Ma con la perseveranza che mi contraddistingue sono riuscito a riprendermi ciò che mi spettava.
Marco ti aspettavi questo esordio? L’ esordio non era, come dire, “certo”. La stagione è iniziata molto bene e per buona parte è proseguita positivamente, tuttavia a metà della stessa ho avuto un piccolo calo di rendimento, dovuto anche a diversi acciacchi. L’ultimo, un po’ più grave, è stato uno stiramento: il martedì, dopo l’eccellente prestazione della domenica precedente (accompagnata da un ottimo voto), durante l’allenamento sono stato costretto a fermarmi.
Per non vanificare i precedenti risultati mi sono sottoposto a diverse terapie (tecar, ultrasuoni, onde d’urto) e fortunatamente dopo 10 gg ho recuperato. Tuttavia i tempi erano molto stretti e non era certo che il CRA fosse in grado di potermi fare esordire, se si considera che le designazioni implicano elevata organizzazione e programmazione, fortunatamente sono stato designato nell’ultima giornata per la gara Belpasso – San Pio X.
Come è andata la gara?
La gara è stata bella e, nonostante una differenza tra le compagini in termini di classifica, si è conclusa con il risultato di 1-4 ma che si è confermato solo nella seconda metà del 2 T. Il ritmo è stato sicuramente più veloce del solito, complice la voglia dei giovani del Belpasso di far bene e dei giocatori della San Pio di chiuderla prima possibile, consci della propria superiorità. Rispetto alla promozione ho riscontrato una certa professionalità nell’organizzazione della gara e un livello tecnico superiore.
Quali sono i tuoi obiettivi futuri?
Cercare di fare sempre il massimo a prescindere dal risultato, come ho sempre fatto, e cercare di confermarmi nella massima categoria regionale.
Come ha influito la sezione nel conseguimento dei tuoi risultati sportivi e chi ti senti di ringraziare?
La sezione sicuramente ha influito nel conseguimento del mio risultato, perché mi ha sostenuto quando le cose non andavano e soprattutto il Presidente e il vice Tony mi hanno bacchettato quando mi sono fatto trasportare dall’impulsività e dalla rabbia, seppur giustificate. Il loro ruolo paternalistico ha sicuramente giovato a me in primis come persona e in secundis come arbitro, e per questo gli sono grato.
Oltre a loro mi sento di ringraziare tutti quelli che mi sono stati vicino: Enrico Ventura ma soprattutto Luciano Nicolosi e Biagio Schiliró.
Entrambi, nonostante gli impegni arbitrali, mi hanno seguito, consigliato, sostenuto, incitato come fa solo chi ti vuole davvero bene e per questo non smetterò mai di ringraziarli.
Che consigli ti senti di dare ai giovani arbitri che si apprestano a calcare i campi di provincia?
Ai giovani arbitri consiglio di entrare nell’ottica “di essere arbitri” quanto prima possibile. Molti, da ex calciatori, come me, fanno fatica a immedesimarsi inizialmente, per poi rendersi conto tardivamente che la divisa da arbitro ce l’hanno cucita addosso più di quella da calciatore. Il distacco dal calcio giocato non è sicuramente idilliaco, ma essere arbitri è una cosa innata.
A Marco vanno i complimenti del Presidente Cirino Longo, del consiglio direttivo e di tutti i colleghi della sezione di Catania con l’augurio che a questa soddisfazione possano seguirne altre già a partire dall’inizio della prossima stagione.