Esordio in Promozione per Marco Testaì
Attesissimo esordio in Promozione per un collega della nostra Sezione: stiamo parlando dell’A.E. Marco Testaì. Il collega, dopo tanta esperienza in Prima Categoria, si è finalmente confrontato con una nuova realtà calcistica. Marco, che ha a lungo aspettato questo traguardo, si è fatto trovare pronto e, nella sua decima gara della stagione sportiva 2015/2016, è stato protagonista di una buona e soddisfacente prestazione – all’altezza delle aspettative – scendendo in campo il 15 novembre a dirigere l’incontro tra Real Città di Paternò e Aci Sant’Antonio Calcio. A collaborarlo gli A.A. Silvio Messina e Marco Gianino. Un traguardo desiderato, sperato e sicuramente importante per il collega che ha fatto dell’ottima preparazione atletica e della sua personalità in campo punti di forza determinanti nella propria attività arbitrale. Non è mancato a Marco, già selezionato per il progetto Talent&Mentor, saper dimostrare il proprio valore in campo con impegno e dedizione all’attività. Nel ruolo di arbitro effettivo onora la divisa che indossa e lo dimostra con determinazione sul campo. Con quest’esordio, tutti noi colleghi che abbiamo condiviso con Marco la formazione sotto il profilo arbitrale e che confidiamo nelle sue potenzialità, non possiamo che esseri soddisfatti e felici per il raggiungimento di questo primo piccolo-grande traguardo nella sua carriera. Di seguito a quest’esordio, lo abbiamo incontrato presso i locali della nostra Sezione per coglierne le impressioni e qualche dichiarazione, che riportiamo.
– Finalmente l’esordio tanto atteso e fortemente voluto! Qual è stato l’approccio alla prima gara Promozione?
“Già prima della gara, insieme con il collega A.A. Silvio Messina avevo svolto un attento briefing. Ho poi provveduto a farlo nuovamente con l’A.A. Gianino e ancora una volta con entrambi gli assistenti. Ci tenevo particolarmente a prepararmi al meglio, in modo che si notasse una buona intesa e collaborazione tra i membri della terna. La risposta in partita è stata, in tal senso, molto positiva, salvo un episodio in cui la segnalazione dell’A.A.1 ha leggermente anticipato la mia decisione ed, essendo io posizionato con la visuale leggermente coperta, ho valutato l’episodio differentemente, lasciando che il gioco proseguisse. Questo è stato l’unico piccolo fraintendimento. Per tutta la durata della gara mi sono trovato piuttosto a mio agio con i colleghi, che mi hanno collaborato in modo egregio, ed ho mantenuto una lucidità tale da poter valutare se le loro segnalazioni fossero corrette. Essendo abituato in Prima categoria a controllare il comportamento degli assistenti di parte, tendevo naturalmente a guardare gli A.A.. Non ho notato grandissima differenza tecnica tra le due categorie, forse anche in relazione al fatto che non si trattava di una partita di cartello. Ho di contro notato una maggiore attenzione da parte delle società nell’organizzazione della partita, serietà nel servizio d’ordine, la presenza di forza pubblica, gli speaker. Piccoli dettagli che fanno la differenza e che raramente capita di notare nelle categorie inferiori. La partita non ha regalato grandi emozioni e sfoggio di tecnica, nonostante la presenza di elementi noti nell’ambiente del calcio dilettantistico catanese. Anche sotto il profilo tecnico-disciplinare la direzione della gara non ha evidenziato particolare difficoltà, salvo un lieve aumento del tono agonistico nel secondo tempo, dato il vantaggio della compagine ospite portatasi sul risultato di 0-1 in occasione di un calcio di punizione. La partita non ha visto falli e scorrettezze degni di nota, salvo qualche fallo di mano o trattenuta. La mia lettura della gara e i provvedimenti disciplinari estratti sono stati condivisi sia dall’O.A. che dall’O.T.”
– Come hai vissuto questa esperienza? Cosa ti ha lasciato?
“Mi aspettavo una gara di livello tecnico superiore e, solo sotto questo profilo, ha deluso le mie aspettative. L’esperienza è stata sicuramente positiva e molto importante per la mia crescita formativa. Spero di cimentarmi nuovamente al più presto in questa categoria, in modo da affinare l’esperienza e crescere arbitralmente parlando. Ammetto che l’emozione è stata grande ed è, ovviamente, andata affievolendosi dal momento del fischio di inizio. Se oggi dovessi nuovamente affrontare una gara nella categoria, sicuramente avverrebbe con minor ansia e soltanto con tantissimo entusiasmo e con la voglia di migliorarmi che mi caratterizza. A seguito di questo esordio, posso dire di essere molto soddisfatto e penso di averlo meritato. Sebbene, per una serie di fattori, non sia arrivato prima, sono felice per come si siano evolute le cose e spero possa rappresentare per me una svolta. Ringrazio Silvio e Marco che mi hanno collaborato e che mi hanno aiutato a comprendere l’importanza di una buona intesa, possibile con ottimi risultati anche tra persone che non hanno grande familiarità e feeling sotto il profilo dell’esperienza arbitrale”
– Che bilancio trai di questa prima parte della tua carriera?
“Ormai posso quasi considerarmi un veterano della Prima Categoria. Mi sono affacciato alla realtà regionale tre anni fa ma alcuni problemi di salute non mi hanno consentito di prepararmi sin da subito al meglio atleticamente, cosa che, anche in considerazione della mia strutta fisica, è fondamentale. Non si è trattato, quindi, di un inizio scoppiettante. I deficit sono stati via via colmati e mi hanno permesso di dirigere gare importanti nella categoria. Certe situazioni mi hanno poi involontariamente penalizzato e nella seconda parte della stagione mi sono messo in congedo. La stagione successiva ha costituito un po’ una rivalsa: ho sin da maggio iniziato a prepararmi atleticamente nell’ottica di essere selezionato per il progetto Talent&Mentor, per il quale la stagione precedente era stato scelto Ferdinando Toro. Con quest’ultimo, così come con altri colleghi, c’è una cara amicizia e la più sana competizione. Il progetto e la splendida esperienza hanno contribuito molto alla mia formazione e mi sono avvicinato alla concezione di arbitraggio come qualcosa di professionale e non più come un semplice hobby. Prima di diventare arbitro avevo avuto dei trascorsi da calciatore ma il calcio giocato non si conciliava facilmente con la mia idea d’individualista. La realtà arbitrale – basta pensare agli assistenti – richiede collaborazione, ma sicuramente c’è una certa differenza con il gioco di squadra. E così ho preferito qualcosa che facesse emergere la mia personalità. L’aver giocato a calcio mi ha sempre aiutato a intuire certe dinamiche. Quest’anno finalmente si sono poi presentate delle condizioni favorevoli. Il mio obiettivo è guadagnare future opportunità di crescita in Promozione. In Prima categoria formi la personalità e la tecnica, adesso vorrei consolidare le due cose e contestualizzarle con la collaborazione con gli assistenti e con realtà calcistiche più prestigiose. Intanto, ne approfitto per ringraziare particolarmente il Presidente Cirino Longo e l’ing. Ugo Pirrone, unitamente a tutti i colleghi e amici della Sezione di Catania”
Confidando nelle sue potenzialità, non possiamo che augurare a Marco un “in bocca al lupo” per il prosieguo della stagione e delle sua carriera arbitrale.