MESSINA: sfatiamo i luoghi comuni
Era dallo scorso 28 Settembre, dall’annuale incontro dei Presidenti di sezione tenutosi a Milano Marittima, che la sezione di Catania attendeva l’ospite designato e si è preparata per l’evento tanto atteso: la visita del responsabile CAN A, Domenico MESSINA.
Il designatore della CAN A ci ha pregiato della sua lezione Venerdì 20 Febbraio e per l’occasione il Presidente Cirino LONGO ha scelto e voluto che l’incontro si tenesse presso la casa degli arbitri catanesi, nella sala riunioni dedicata a Pietro GIALLANZA; ad accogliere MESSINA, oltre al Consiglio Direttivo Sezionale, con in testa l’assistente Antonino SANTORO che la scorsa stagione sotto la guida di Domenico ha esordito in serie A, e a tutti gli associati entusiasti, c’erano il Componente del Comitato Nazionale dell’associazione, Rosario D’ANNA, il Presidente del Comitato Regionale Arbitri Sicilia, Giuseppe RACITI, e i Presidenti delle sezioni isolane: Olindo AUSINO (Acireale), Francesco D’ANNA (Barcellona Pozzo di Gotto), Filippo TILARO (Enna), Fabio CIGNA (Palermo), Andrea BATTAGLIA (Ragusa) e Salvatore OCCHIPINTI (Siracusa), oltre al componente CAI, Massimiliano VELOTTO.
In apertura il Presidente Cirino Longo ha proposto alla platea il video preparato per presentare Messina alla sezione, ripercorrendo i suoi trascorsi da arbitro internazionale e la sua carriera da dirigente, e la sezione a Messina, dal Presidente al Consiglio Direttivo ai nostri “Nazionali”.
Dopo i brevi saluti di Rosario D’ANNA, Giuseppe RACITI e Massimiliano VELOTTO, ha preso la parola Domenco MESSINA che ha ricordato con affetto il compianto Presidente Pietro GIALLANZA per le sue visionature durante la carriera, quindi ha illustrato all’attento pubblico la presentazione preparata per la serata, cercando di sfatare alcuni luoghi comuni sul mondo arbitrale.
I luoghi comuni sull’arbitraggio sono molteplici e molto difficili da smitizzare, uno dei più popolari è quello che l’arbitro bravo sia colui che fischia poco, questo è assolutamente falso perché molti fattori influenzano le gare (atteggiamento dei calciatori, fasi della gara) e l’arbitro migliore è colui che fischia “il giusto” e sa cogliere i piccoli cambiamenti all’interno di ogni partita in quanto ogni incontro ha “varie partite nella partita”ogni incontro ha “varie partite nella partita”. E’ falso anche che l’arbitro migliore è colui che applica il vantaggio perché invece è preferibile il direttore di gara che segue il ritmo della gara e distingue il vantaggio vero e proprio dal semplice possesso palla; la concessione del vantaggio dipende da molti fattori e, nel calcio moderno, soprattutto in certe categorie e in presenza di calciatori dotati tecnicamente, può essere più vantaggiosa la concessione di un calcio di punizione dal limite che fare proseguire l’azione di gioco, inoltre è assolutamente da evitare la concessione del vantaggio quando il calciatore che commette il fallo è già ammonito.
Sempre in tema di provvedimenti disciplinari non corrisponde a verità che l’arbitro migliore sia quello che ammonisce meno perché è certamente più importante la qualità delle ammonizioni che non può prescindere da una corretta prevenzione sia di carattere tecnico (essere sempre credibile nelle decisioni) che verbale (il richiamo); l’ammonizione per essere efficace va comminata facendo attenzione al linguaggio del corpol’ammonizione per essere efficace va comminata facendo attenzione al linguaggio del corpo: un giusto approccio al calciatore, una corretta postura, la giusta distanza e la prossemica, riducendo al minimo la dialettica, “il cartellino parla da solo”.
Oltre a quelli di tipo tecnico ci troviamo spesso ad affrontare i luoghi comuni di tipo “fisico”: spostarsi bene significa essere sempre vicini al pallone; secondo MESSINA anche in questo caso spostarsi bene vuol dire piuttosto essere sempre in condizione di valutare bene mentre è fondamentale essere vicini quando serve.
Per spostarsi bene bisogna possedere un elevato senso tattico (essere posizionati bene nelle aree di rigore è indispensabile) e una adeguata preparazione atletica senza la quale non si può avere la necessaria lucidità mentale.
In conclusione MESSINA ha consigliato ai giovani arbitri e agli osservatori di non fossilizzarsi sulle credenze e di essere flessibili continuando a sperimentare e non smettendo mai di imparare. Dopo un lungo applauso il Presidente ha dato la parola agli associati che hanno intrattenuto ancora l’esperto dirigente con domande che hanno toccato i vari punti della sua carriera: alcuni episodi da arbitro, il concetto di squadra arbitrale, le innovazioni tecnologiche e le differenze con gli altri paesi europei (Domenico MESSINA è anche osservatore UEFA).
Cirino LONGO ha concluso la riunione con la consegna di un piccolo omaggio da parte della sezione che ha preceduto il momento dedicato alle foto ricordo che i più giovani colleghi non hanno voluto mancare. La cena in un ristorante della riviera ha completato la serata ma non il soggiorno catanese di Messina che l’indomani è stato accompagnato in una visita a Taormina, la “Perla dello Jonio”, che con le sue bellezze storiche e artistiche ha posto termine ai due giorni siciliani del designatore CAN A.